È davvero necessario indagare le cause degli attacchi di panico?

Domanda:

Gentile Dottor D’Alessandro, sono una ragazza di 26 anni e quattro anni fa ho avuto il mio primo attacco di panico. Il disturbo si è poi protratto per quasi due anni. In quel lasso di tempo non sono mai ricorsa all’uso di farmaci mirati, né all’omeopatia. Semplicemente ho messo in discussione tutta la mia vita: dalla mia personalità, all’ambiente che mi circondava fino alle paure più recondite. Gli stessi attacchi di panico erano per me oggetto d’esame. Intorno all’età di 24 anni il disturbo era regredito del tutto. Ora, da circa 3 mesi ed in concomitanza di una vita piuttosto frenetica ed impegnativa, sono tornati. Vorrei sapere se è poi così importante venire a conoscenza del motivo per il quale ho delle recidive, non potrei semplicemente curarmi? Rispetto ad una terapia di tipo cognitivo-comportamentale, che vantaggi ha la psicoterapia? Ci sono degli studi che evidenziano che tramite la psicoanalisi c’è un’effettiva guarigione da questo disturbo, rispetto ad altre tecniche “palliative”? Il mio timore è quello di passare una vita alla ricerca di potenziali traumi nel mio passato, senza magari concentrarmi sull’eliminazione definitiva di questo problema!! Grazie per l’attenzione. Alice

Risposta:

” Per poterle rispondere bisogna chiarire prima alcuni punti. La terapia cognitivo-comportamentale è una psicoterapia, che ha come obiettivo quello di guarire il sintomo, senza indagare le cause di quest’ultimo. Questa è una psicoterapia di tipo breve. Secondo diverse scuole di pensiero di stampo psicoanalitico, la psicoterapia breve può avere effetti di debellare il sintomo, ma solo temporaneamente, cioè finché circostanze della vita non fanno aumentare lo stress e riportano a galla l’angoscia. Sempre in quest’ottica, indagare le cause del sintomo significa curarlo definitivamente, sebbene con un percorso più lungo, come quello della psicoanalisi, rispetto alle cosiddette psicoterapie brevi, come, appunto, la psicoterapia cognitivo-comportamentale. Quindi per rispondere alla sua domanda le dico che, secondo la mia esperienza, l’unico modo di curare definitivamente gli attacchi di panico, è proprio indagarne le cause, per esempio con un percorso psicoanalitico, ma non solo, piuttosto che concentrarsi sull’eliminazione del sintomo (che, per quanto sembri strano, non è mai il vero problema che ha il soggetto). Secondo la mia esperienza, tuttavia un approccio non esclude l’altro, per cui è sempre possibile fare un percorso articolato, concentrandosi prima sul sintomo e in un secondo tempo sulle cause che lo generano. Per questo dovrebbe provare un approccio integrato. “

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Dr. Paolo D'Alessandro - Psicologo Psicoterapeuta

Lavoro con i pazienti da più di 15 anni e mi piace aiutarli a superare le loro paure. Dal 2006 mi occupo prevalentemente di Ansia da prestazione, Attacchi di panico e Ansia sociale. Collaboro con l'AIPAP, l'associazione italiana per la psicoterapia degli attacchi di panico, di cui sono socio fondatore.

Ho tre figli e una moglie che amo molto. I miei interessi includono la tecnologia e le nuove sfide, sia in ambito clinico che imprenditoriale.